
DAL 29 novembre 2011 in libreria
 
Davide Scamporlino
Ciò che un cuore, in continuo andare, sente di dire
2011, 8°, pp. 56,
€ 9,00 
ISBN 978-88-96071-41-0
PER UN CUORE
IN CONTINUO ANDARE...
Interessato alla letteratura ed alla poesia per passione, ma anche a testi di natura politica per curiosità e principalmente per capire il mondo che lo circondava, in piena adolescenza gli viene a mancare un’adeguata comunicazione con i coetanei: il dialogo non poteva reggere il confronto, per cui spesso si trovava a conversare con il nonno materno, anche se in termini di scontro. Così ha cominciato a scrivere per mancanza di qualcuno con cui discutere determinati argomenti, impegnativi per quell’età. Profondo, contrastante, a volte confuso appare il suo io: carità, tenerezza, amore convivono spesso bellicosamente con astio, risentimento, paure; sono due anime – il filantropo e il misantropo, Castore e Polluce (come dice il nostro) – che torturano la sua mente confusa e meschina, ma in continua ricerca di amore e dolcezza, nascosti nel profondo. I segreti della sua anima scorrono in fogli silenti, unici suoi interlocutori, unici suoi amici in quei momenti in cui è costretto a scrivere per non morire. È la delusione del giovane che finalmente ha trovato il coraggio di varcare il “cancello”, che tanto aveva osservato dalla finestra, al di là del quale c’era la maturità dell’uomo, che si lancia nella vita, in quella vita in cui valori come amore, generosità, solidarietà, rispetto, che lo avevano avvolto come una candida nuvola nel nido familiare, stentavano ad attuarsi. Il contatto con una realtà ostile lo disorienta ancora di più, così incarna la lotta dei giovani d’oggi contro una società, volta a negare i più elementari diritti: il lavoro, la formazione di una propria famiglia. Ideali e valori diventano utopie; così resta a fissare ciò che di orribile si è costretti ad ingoiare, vittime di una guerra silenziosa, che non lascia macchie di sangue sulla strada, ma che rende schiavi, senza libertà, ubbidienti a ciò che coloro, i quali siedono comodamente sulla poltrona in attesa di essere serviti, reputano giusto: sfruttare chi fa di tutto per un tozzo di pane, per non morire. E allora? resistere e lottare per essere se stessi, senza mai cedere alla corruzione. Ma come? Vivere scegliendo con raziocinio, sognando per non morire dentro, ascoltando con sincerità, lottando per ciò che è giusto, sperando per non fermarsi mai, riflettendo per conoscere il proprio io in evoluzione, pazientando per non sbagliare, studiando per aiutare se stesso e gli altri. Ma nel pessimismo del suo scrivere “maledetto” spesso fiducia, amore, amicizia sembrano essere divorati dal mondo di finzioni in cui si vive. Ma, a questo punto viene da chiederci: che ruolo ha la fede? C’è, ma il pessimismo ha preso il sopravvento anche su di essa, il contatto con la realta come ha sfaldato i valori, così ha indebolito la fede. Un mondo in cui l’incoerenza, la contraddizione tra ciò che viene insegnato e ciò che si fa, confonde gli animi, mette a dura prova anche la fede, gli interrogativi diventano insaziabili, e l’unica certezza sembra il non-sapere, che però non appare assoluta, in quanto si può migliorare mediante studio e ricerca continui per poi approdare alla verità. Purtroppo ciò avviene solo quando l’artista che è in noi e che non tutti sanno di possedere, riesce a vedere al di là delle apparenze, a capire il senso profondo dell’essere, della vita, dell’altro; solamente sensibilità, volontà e coraggio possono tirarlo fuori e far sì che non si inabissi nel baratro dell’incoscio. Sentimenti ed emozioni, angoscia e gioia, introspezione inattiva, ma anche lotta per la ricerca della verità sono espressi con uno stile, in cui livello del significante e del significato sono simbiotici: versi brevi, che lasciano spazio nella pagina, mettono in evidenza la profonda solitudine, da cui il nostro si sente spesso avvolto come un cerchio, quando l’anima del misantropo – deluso – ha la supremazia, ergendo dinanzi a lui quel muro, che non lo fa essere se stesso; mentre ci troviamo dinanzi a versi più lunghi quando sembra che tale solitudine spezzi quel cerchio e si abbassi quel muro, che lo isola, per ritrovarsi accanto agli altri nella lotta. La sintassi è semplice quando semplici e chiari, o di eguale intensità, sono i sentimenti che l’autore comunica, o anche quando, deciso, chiaro e semplice è lo stato d’animo; mentre diventa più complessa, ipotattica, quando più confuso è il suo io o quando esprime la lotta per la ricerca della verità. Anche la punteggiatura viene asservita al messaggio più che alla sintassi: i puntini di sospensione esprimono sentimenti, che lasciano spazio all’intuizione del lettore per comprendere il messaggio che l’autore vuole comunicare senza dilungarsi troppo ed esulare dalla tematica essenziale del brano; punti esclamativi ed interrogativi, più volte ripetuti, lasciano intuire a volte incertezza, a volte il desiderio che dall’altra parte ci sia un risposta, chissà, affermativa per saziare questo cuore in continuo andare. Un tuffo nel mondo della giovinezza, ma quando essa esplode con tutti i problemi, che spesso amaregiano la più bella e più breve età. C’è tutta l’amarezza per l’incomprensione da parte del mondo degli adulti, molto spesso lontani e sordi, che impediscono con le loro regole lo sviluppo dell’essere, costringendolo in una forma da essi stabilita; ma anche l’amarezza di vivere in una società ostile, che rinnega i più elementari diritti. È il messaggio di un giovane, che tende la mano al mondo dei “grandi”, a volte superficiali, testardi, autoritari, incosapevoli del tesoro che si nasconde nei mendri più profondi della psiche giovanile, incapaci di tendere loro la mano impegnati, come sono, a mantenere machiavellicamente ricchezza e potere.
Maria Concetta Iacono
|

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D' ITALI
Comitato Provinciale di Siracusa
Siracusa lì 31 ottobre 2011
Prot. 31
Al Dirigente Scolastico della prov.
di Siracusa
Ai Dirigenti Scolastici degli Istituti Secondari della prov. di SR
OGGETTO: Ricerca sul tema dell'Antifascismo
L'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - Comitato Prov.le di Siracusa ha
l'interesse di promuovere una ricerca sul tema dell'Antifascismo in ogni COMUNE della
nostra PROVINCIA.
Il valore culturale e formativo di tale ricerca assume particolare
rilevanza se saranno i giovani studenti delle IV e V classi di ogni istituto secondario a metterla in
atto nel comune di residenza.
Gli esiti della ricerca, con l'indicazione dei dati dei DOCENTI e degli ALUNNI che l'avranno condotta, saranno pubblicati sulla rivista
nazionale dell'ANPI 'Patria
Indipendente' e saranno esposti nei lavori di un convegno provinciale
che si terrà a Siracusa nell'aprile
del 2012.
Gli alunni sono liberi di scegliere la forma espressiva della ricerca:
interviste, canti, lettere ed ogni altro modulo di comunicazione creativa.
I lavori dovranno essere inviati
entro il 29 febbraio 2012 al seguente recapito di posta elettronica: info@libreriaeditriceurso.com (oppure a: Libreria Editrice Urso
Corso Garibaldi, 41 – 96012 Avola).
PER INFORMAZIONI E CONTATTI:
·
Paolo
Greco - resp. cultura Comitato Prov.le: cell. 338.2134750 ;
·
Libreria
Editrice Urso: C.so
Garibaldi n. 41 Avola (SR) - tel. 09311967435 - info@libreriaeditriceurso.com;
·
Carmelo Corso - resp. pubbl. relaz.: cell.
338.2173412 - coors1@inwind.it
·
In attesa di cortese riscontro, distinti saluti
p. il Comitato Prov.le ANPI di Siracusa
Aldo LANZA
|

SABATO 17 DICEMBRE 2011 DALLE 18,00
PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI ROBERTA COFFA
Ex Refettorio dei Domenicani, Via Mazzini n. 38 AVOLA
Roberta Coffa
Esiste il diritto di morire?
2011, 8°, pp. 112 
€ 15,00 - Collana ASSAGGI n. 1
ISBN 978-88-96071-47-2
Bioetica, diritto, religione, morale, politica. Questi i campi toccati dalla giovane scrittrice, che affronta scottanti argomenti quale quelli del cosiddetto ‘testamento biologico’ e dell’eutanasia, temi della difficile discussione politica attuale, divisa fra laici e cattolici. Al centro, l’opinione pubblica, “sempre più sondata e sempre meno informata”. E’ possibile ricostituire un dialogo tra le parti che tenga conto dei diversi, e molto spesso confliggenti, interessi in gioco? L’autrice ripercorre, tentando di ritrovarne una base giuridica ed etica, i numerosi interrogativi che, a tutt’oggi, non trovano ancora una risposta soddisfacente: esiste o no il diritto di morire con dignità? Esiste o no il diritto di rifiutare le cure non desiderate? Quali sono, e se ci sono, i confini fra diritto ed etica, fra libertà personale e paternalismo medico? E’ giusto o no che la Chiesa intervenga nel dibattito politico circa le scelte di fine vita? E qual è il ruolo dello Stato italiano dinanzi a tutto questo? Dalla questione squisitamente giuridica ad una discussione etica e culturale, per riflettere su temi estremamente delicati quali quelli della vita e delle morte.
|
|
|