VERSO UNA "SOCIETÀ DEI POETI"
Facebook, il social network più famoso al mondo
Questo concorso di poesia, così come quello precedente, “Inchiostro e anima”, nasce su Facebook, il social network più famoso al mondo. Che è anche la comunità di poeti più numerosa che si sia mai vista. Facebook è certamente una comunità virtuale, e per questo motivo gli si dà poca importanza, considerandolo in genere un gioco, un passatempo di poco conto, quando non lo si addita addirittura come inutile e persino insidioso, perché subdolamente utilizzato da persone dalla falsa identità e da lobbies con interessi "mascherati". Ma, ammesso che sia così, qual è la differenza con la comunità reale? Facebook può essere, e sicuramente lo è per molti, un passatempo più o meno utile o, come piace, più o meno inutile, ma l'attenzione notevole che sia le scienze umanistiche sia quelle biologiche e di ingegneria sociale a livello internazionale fanno insistere su di esso è proprio per la sua caratteristica peculiare di social network e per gli effetti innovativi, non solo a livello tecnologico, che in tal senso esso determina nella nostra realtà. E qui bisogna fare attenzione, a non continuare a considerare il virtuale come il contrario di reale. Così come oggi sappiamo quanto sbagliamo nel ritenere la parola "artificiale" come il contrario di "naturale". Nella storia dell'evoluzione umana, il concetto di natura ha bisogno, come dire, di un'autocorrezione, inglobando in sé tutte le attività che l'uomo ha esercitato su di essa, modificandone profondamente gli esiti nel tempo. Per questo motivo, diciamo, con Luca Cavalli Sforza, che l'evoluzione culturale dell'umanità ha acquistato un'importanza maggiore della sua stessa evoluzione biologica, che dalla prima è stata significativamente "condizionata".
Una società di poeti è realizzabile
Facebook, inoltre, come dicevo prima, ci ha dimostrato in maniera inequivocabile che una società di poeti è realizzabile. Una "società dei poeti", dunque, proprio grazie a social network come Facebook, non è più un'utopia. E questa può essere considerata una nuova conquista umana rispetto al passato, in cui già l'invenzione della società aveva intensificato i rapporti fra gli individui, garantendone oltretutto la sopravvivenza. La stessa società, come ho appena detto, è dunque un'invenzione umana. Ma, contrariamente a chi pensa che la società ci allontani dallo stato di natura (quella che paradossalmente proprio i poeti chiamano l'età dell'oro), la società è il nostro stato di natura. Come direbbe Hume, la società è specie-specifica.
Allora, quando parliamo di poesia, dobbiamo necessariamente fare riferimento alla società. Ancora Hume ci dice: “Nessun desiderio è pensabile senza qualche riferimento alla società”. E aggiunge: “Lasciate che tutte le forze e gli elementi della natura concorrano a servire e obbedire a un solo uomo. Lasciate che il sole sorga e tramonti al suo comando, che il mare e i fiumi scorrano a suo piacimento, e che la terra fornisca spontaneamente qualunque cosa possa essergli utile o piacevole. Sarà ancora un infelice, finché non gli sarà data almeno una persona con cui poter condividere la sua felicità, dalla cui stima e amicizia egli possa trarre piacere”. Io direi che è proprio questo principio di socialità, che possiamo legittimamente chiamare con Hume “principio di simpatia” (v. Alessandra Attanasio, Gli istinti della ragione, Bibliopolis 2001, pp. 195 e sgg.), la fonte sia della società sia della poesia. Perché, oltretutto, dire poesia e dire società è in fondo la medesima cosa. Né le invettive dantesche, né il pessimismo cosmico leopardiano, per citare due tra le più emblematiche figure della nostra poesia (e non solo nostra), possono essere affrontate fuori dal binomio poesia/società. Le passioni individuali di odio, risentimento, ecc., sorgono nella comunicazione più che nel carattere delle persone.
Cos'è la poesia, se non la forma più alta di comunicazione?
Cos'è la poesia, se non la forma più alta di comunicazione? Da qui il principio di simpatia come principio della società. Scrive infatti Alessandra Attanasio: “La simpatia è una passione che entra direttamente nei sentimenti degli altri...”. Il presente concorso di poesia si inserisce dunque a pieno titolo in questo contesto di rinnovamento profondo del senso della poesia, che è anche la volontà di contribuire a un rinnovamento profondo della stessa società umana.
Orazio Parisi
in Facebook, 24 giugno 2011
CON SPIRITO NON FORMALE DI ATTENZIONE
ALLA POESIA INEDITA CONTEMPORANEA
IN QUESTO CONCORSO NON SI VINCONO TARGHE, COPPE
NE' SARANNO DATI ATTESTATI
(PARTICOLARI CONDIZIONI SONO RISERVATE AI PRIMI TRE CLASSIFICATI
E AI PRIMI CENTO AUTORI SELEZIONATI... VEDI IL REGOLAMENTO)
IMPORTANTE E SINGOLARE E' CHE
LA LIBRERIA EDITRICE URSO, ORGANIZZATRICE DI QUESTA GARA POETICA
REGALERA' A
CENTO AUTORI SELEZIONATI DALLA GIURIA
UNA PUBBLICAZIONE DI UN LORO LIBRO DI POESIE
CON CODICE A BARRE ISBN, REGOLARMENTE INSERITO
NEL CATALOGO DEI LIBRI IN COMMERCIO
( E NON UN'ANTOLOGIA!)
COME SI PARTECIPA AL CONCORSO?
Si partecipa inviando entro il 30 luglio 2011 un file in word contenente tre poesie, senza limiti nella lunghezza dei versi;
2) I partecipanti non dovranno versare alcuna tassa di iscrizione o tassa per spese organizzative; unico obbligo riguarda soltanto i cento (100) autori selezionati dalla Giuria, che dovranno versare una quota di compartecipazione di € 30,00 entro il 30 settembre 2011, pena l’esclusione dal concorso.
Per ulteriori informazioni in Facebook nella pagina Libri di-versi, in memoria di Carmela Monteleone, oppure nella pagina della libreria Editrice Urso http://www.libreriaeditriceurso.com/di...versilibri.html
SCARICA IL BANDO IN WORD
SCARICA IL BANDO IN PDF
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Giovanni Stella presenta "Poesie d'estate"
di Cettina Lascia Cirinna'
MERCOLEDI' 22 GIUGNO 2011
al Risto-Pizza SABBIADORO - Camping SABBIADORO
in Contrada Chiusa di Carlo - 96012 Avola
nel contesto dei "Mercoledì letterari in pizzerie"
di AVOLA IN LABORATORIO e di "LIBR'AVOLA"
(incontri mensili con autori e opere della Libreria Editrice Urso)
Cettina Lascia Cirinnà, Poesie d'estate, 2011, 8°, pp. 96,
illustrazioni di Fabio Montalto - Collana OPERA PRIMA n. 23
ISBN 978-88-96071-38-0
€ 12,00
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LE RAGIONE DELLO SCRIVERE
SECONDO L'ESPERIENZA
DI FULVIO MAIELLO
Fulvio Maiello è nato a Pachino
ma vive a Noto tutta la sua adolescenza
e poi si trasferisce a Trento, dove vive adesso.
Ricordando quegli anni e quei luoghi
compone il romanzo "Il crepuscolo della nobiltà"
presentato il 22 giugno 2011 da Benito Marziano
nel contesto degli incontri dei "Mercoledì letterari in pizzeria"
di AVOLA IN LABORATORIO,
sotto la cornice di "LIBR'AVOLA"
della Libreria Editrice Urso di Avola.
FULVIO MAIELLO, Il crepuscolo della nobiltà, 2010, 8°, pp. 128
Collana MNEME n. 29 - ISBN 978-88-96071-26-7
€ 13,00
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a oppure ad? e oppure ed?
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Ecco la famosa questione della d eufonica, cioè di quella d che viene aggiunta alla preposizione a trasformandola in ad e alla congiunzione e trasformandola in ed quando sono seguite da parola che comincia per vocale. Lo scopo è di rendere il suono più gradevole: eufonica vuol dire, infatti, che dà un buon suono (dal greco eu phonè). Così a altri diventa ad altri, e era diventa ed era, a un certo punto diventa ad un certo punto, e ogni volta diventa ed ogni volta.
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C’è stato un lungo e tormentato dibattito sulla d eufonica, e fino a una cinquantina d’anni fa essa sembrò prevalere. Poi ha perso terreno. Ora, la conclusione generalmente condivisa è questa: eliminiamo la d eufonica quando la a o la e sono seguite da parola che cominci per una vocale diversa. Per esempio, diciamo e scriviamo a osservare, non ad osservare; e anche, non ed anche. Eccezione, ormai imposta dall’uso, ad esempio, non a esempio. Quando invece a ed e sono seguite da parola iniziante per la stessa vocale, la d eufonica può, anzi deve essere mantenuta. Esempi: ed entrò, non e entrò; ad aspettare, non a aspettare.
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Queste sono le norme generalmente stabilite dalle redazioni dei giornali e delle case editrici. Resta il fatto che se a qualcuno la d eufonica piacesse a tal punto da usarla anche tra vocali diverse, come in ad osservare, ed anche, nessuno potrà impedirglielo accusandolo di violentare la lingua. Anzi, questa potrà tutt’al più essere considerata una ricercatezza.
http://dizionari.corriere.it/dizionario-si-dice/A/a-ad.shtml
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